di LUCIO SCUDIERO (pubblicato su Agendadigitale.eu) – Il diritto alla portabilità dei dati personali è stato presentato come il grimaldello utile a scardinare le posizioni dominanti nei diversi versanti del mercato digitale (ammesso che ve ne sia uno unico, tema all’attenzione di studiosi e regolatori antitrust di mezza Europa), e a consentire ai consumatori l’esercizio di sovranità, prevenendo il fenomeno del cosiddetto lock-in.
E in effetti questo nuovo diritto è tra le maggiori – se non la maggiore – innovazione introdotta nell’ordinamento comunitario dal Regolamento europeo 679/2016 sulla protezione dei dati personali (su questo è tornato di recente il gruppo dei Garanti Privacy UE).
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