La malasanità odontoiatrica rappresenta un ambito delicato in cui si intrecciano competenze mediche, responsabilità professionali e diritti del paziente.
Quando un trattamento dentistico errato provoca conseguenze fisiche, psicologiche o economiche, il paziente ha il diritto di richiedere un risarcimento.
I danni subiti possono essere di natura materiale, come spese mediche o perdita della capacità lavorativa, oppure di tipo morale, come la sofferenza psichica derivante da un intervento mal eseguito.
Questa guida intende offrire un quadro chiaro e completo sulle tipologie di danni riconoscibili in ambito odontoiatrico e su cosa spetta, in termini giuridici e risarcitori, alla persona danneggiata.
Capire le conseguenze della malasanità odontoiatrica è il primo passo per tutelare i propri diritti
Quando si parla di malasanità in ambito odontoiatrico, ci si riferisce a trattamenti errati, imprudenze o negligenze commesse da un dentista durante l’esercizio della propria attività.
Tali condotte possono determinare conseguenze più o meno gravi, a seconda della natura dell’errore, del tipo di intervento e della tempestività con cui viene individuata la problematica.
L’individuazione dei danni è essenziale per poter valutare una richiesta risarcitoria fondata.
Errori più frequenti negli interventi odontoiatrici
Tra i casi più comuni rientrano l'errata devitalizzazione di un dente, l’inserimento scorretto di un impianto, l’estrazione non necessaria o la diagnosi sbagliata.
Anche l’omessa sterilizzazione degli strumenti può causare gravi infezioni.
In certi casi, il dentista può non aver spiegato correttamente al paziente i rischi connessi all'intervento, compromettendo il consenso informato.
La conseguenza può essere un peggioramento delle condizioni iniziali o l'insorgenza di problemi permanenti.
Conseguenze fisiche e funzionali dell’errore medico
Le lesioni conseguenti a una condotta odontoiatrica scorretta possono riguardare sia il danno estetico sia quello funzionale.
Il paziente può subire danni permanenti a livello della mascella, difficoltà nella masticazione, dolori cronici o perdita di denti sani.
Alcuni trattamenti errati possono anche generare disallineamenti mandibolari, infezioni ricorrenti o dolori nevralgici.
Tali conseguenze compromettono la qualità della vita quotidiana e possono richiedere lunghi e costosi percorsi di riabilitazione.
Ripercussioni psicologiche e sociali sul paziente
L’impatto emotivo di un trattamento odontoiatrico mal riuscito può risultare estremamente rilevante.
Il paziente può sviluppare ansia, paura di sottoporsi a ulteriori cure, perdita di autostima o difficoltà relazionali.
In alcuni casi, il trauma psicologico può incidere sullo svolgimento della vita sociale e lavorativa.
Il danno morale riconosciuto dalla legge tiene conto di tali sofferenze interiori, anche in assenza di segni fisici evidenti.
I danni risarcibili in ambito odontoiatrico comprendono diverse voci
Una volta accertato l’errore medico, la legge prevede la possibilità di richiedere un risarcimento, articolato in varie componenti.
Ogni voce ha caratteristiche specifiche e può essere riconosciuta solo in presenza di elementi concreti e documentati.
È essenziale comprendere come si distingue tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale, per orientarsi correttamente nel percorso di richiesta.
Il danno patrimoniale: spese sostenute e perdita economica
Il danno patrimoniale comprende tutte le spese che il paziente ha sostenuto o dovrà sostenere a causa dell'errore medico.
Tra queste si annoverano i costi per cure correttive, trattamenti specialistici, interventi ricostruttivi, medicinali e analisi diagnostiche.
Vi rientrano anche eventuali spese di trasporto, giorni di assenza dal lavoro e, nei casi più gravi, la riduzione o la perdita della capacità lavorativa.
È fondamentale raccogliere ricevute, fatture e certificazioni mediche a supporto della richiesta.
Il danno morale: sofferenza interiore e pregiudizio emotivo
Il danno morale è la sofferenza psichica subita dal paziente a causa dell’errore odontoiatrico.
Si tratta di un danno soggettivo, che può variare in base alla gravità dell’evento, all’età del paziente e al suo stile di vita.
Anche se non sempre visibile, la sofferenza morale ha un impatto concreto e può includere stati depressivi, disturbi d’ansia, perdita di fiducia nei professionisti sanitari e limitazioni nella sfera personale e affettiva.
Questo tipo di danno viene valutato da periti e psicologi forensi e può essere quantificato economicamente nel risarcimento.
Il danno estetico: alterazione dell’aspetto del viso o del sorriso
Uno degli effetti più percepiti di un intervento odontoiatrico mal riuscito è l’alterazione estetica del volto o del sorriso.
Un impianto errato, una ricostruzione non allineata o una perdita dentale visibile compromettono l’armonia del viso e possono influire sull’immagine sociale del paziente.
Il danno estetico viene riconosciuto come voce autonoma nel risarcimento e valutato in relazione all’età, all'attività svolta dal danneggiato e alla rilevanza dell'immagine nella sua vita quotidiana.
Come ottenere il risarcimento per danni da malasanità odontoiatrica
Per ottenere un risarcimento è necessario seguire un iter ben preciso, che include accertamenti medici, documentazione legale e il possibile intervento di un legale esperto.
Il paziente ha il diritto di agire contro il professionista responsabile dell’errore, ma è essenziale procedere con metodo, evitando errori che possano compromettere il buon esito della richiesta.
Accertare l’errore con una consulenza medico-legale
Il primo passo è rivolgersi a uno specialista in medicina legale, che possa valutare il nesso causale tra l’intervento dentistico e i danni lamentati.
Il consulente raccoglie le cartelle cliniche, analizza gli esami diagnostici e confronta il trattamento eseguito con gli standard di buona pratica odontoiatrica.
Se emergono elementi sufficienti per ipotizzare una responsabilità, il paziente può proseguire con la richiesta risarcitoria.
Inviare la richiesta danni e tentare la conciliazione
Dopo aver raccolto la documentazione, è possibile inoltrare una richiesta di risarcimento formale al dentista o alla struttura sanitaria.
Spesso si tenta una conciliazione stragiudiziale, per evitare il ricorso al tribunale.
Questa fase può coinvolgere compagnie assicurative, medici legali e avvocati, e rappresenta una modalità più rapida e meno onerosa di risolvere il contenzioso.
In caso di mancato accordo, sarà necessario agire per vie legali.
Procedere con l’azione giudiziaria in caso di rifiuto
Se la richiesta viene respinta o se l’offerta ricevuta è insufficiente, il paziente può rivolgersi al tribunale civile per ottenere giustizia.
In sede giudiziaria, sarà il giudice a valutare le prove, disporre perizie tecniche e stabilire l’ammontare del risarcimento.
L’azione legale richiede tempi più lunghi e comporta costi, ma può condurre a un indennizzo completo dei danni subiti.
È importante rispettare i termini di prescrizione, generalmente fissati a 10 anni per la responsabilità contrattuale e a 5 per quella extracontrattuale.
Hai capito cosa spetta al paziente in caso di danni morali e materiali da malasanità odontoiatrica?
La malasanità odontoiatrica può avere effetti profondi sulla vita di una persona, sia sotto il profilo fisico che emotivo.
Quando il trattamento ricevuto risulta errato o negligente, il paziente ha il diritto di chiedere un risarcimento per i danni subiti.
La legge riconosce diverse forme di danno, che vanno documentate e quantificate con precisione.
Affidarsi a specialisti, raccogliere prove solide e rispettare le procedure previste sono passaggi essenziali per ottenere quanto spetta.
Una maggiore consapevolezza dei propri diritti rappresenta la prima forma di tutela per ogni cittadino che abbia subito un danno a causa di una prestazione odontoiatrica mal eseguita.
Fonte ufficiale delle informazioni: https://www.malasanitarisarcimento.legal/risarcimento-danni-odontoiatrici/